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Cyperus articulatus - Piri Piri - Gowè
Questa radice è ancora molto poco conosciuta. Gli sciamani lo impiegano a scopo curativo e rituale,   come incenso per le fumigazioni e alle volte viene anche aggiunto al decotto ayahuasca come admixture. Uno studio del 2001 sembra supportare le tradizionali applicazioni terapeutiche del piri piri: il decotto tradizionale agisce come un sedativo, previene le convulsioni e riduce l’attività locomotoria spontanea prolungando anche la durata del sonno. Non ha effetti analgesici significativi.Sembra agire come inibitore NMDA con effetto sedativo/anestetico che quando finisce lascia poi posto ad una strana stimolazione. [" Journal of ethnopharmacology 54.2-3 (1996): 103-111.]
EFFETTI MEDICINALI: Medicina convenzionale
Le proprietà ansiolitiche, sedative, anticonvulsivanti, antitumorali, antibatteriche ed antiossidanti del piri-piri sono supportate dalla ricerca scientifica.
Medicina alternativa
Il piri-piri viene impiegato nella medicina tradizionale sudamericana ed africana come antinausea, digestivo, spasmolitico, analgesico e sedativo.
STORIA ED UTILIZZI TRADIZIONALI: Il piri-piri ha una lunga tradizione medicinale in Africa e Sud America. Nel Congo viene coltivato o raccolto allo stato selvatico in tutti i villaggi in virtù delle sue proprietà medicinali. Le tribù Laadi, Suundi, Koongo e Mbôsi utilizzano il decotto dei rizomi aromatici contro diverse affezioni respiratorie (tosse, asma, tubercolosi). Beembe, i Téké e i Kôyô applicano la polpa delle radici su scarificazioni epidermiche, edemi e reumatismi; se ne servono anche per massaggiare i bebè febbricitanti. Gli Yoombé impiegano le radici come afrodisiaco, i Kôta come vermifugo e i Laali per i problemi di ovulazione [Bouquet, Armand. “Féticheurs et médecines traditionnelles du Congo (Brazzaville).” (1969).].
In Gabon la radice fresca viene usata localmente come rimedio per il mal di testa. In Camerun, Repubblica Centroafricana e Senegal viene impiegato contro mal di denti, epilessia e malaria [Burkill, Humphrey Morrison. The useful plants of West Tropical Africa. Vol. 1. Families AD. No. Ed. 2. Royal Botanic Gardens, 1985.]. In Kenia vengono usate come antimalarico [Rukunga, G. M., et al. “Anti-plasmodial activity of the extracts of some Kenyan medicinal plants.” Journal of Ethnopharmacology 121.2 (2009): 282-285.].
Nel nord del Brasile, in particolare nello stato di Pará, ne fanno colonie e bagni profumati.
In Perù foglie e radici vengono usate nel trattamento della malaria e della febbre.
I Karipúna-Palikúr della Guaina lo impiegano per trattare malaria, nausea, influenza ed emicranie; lo applicano anche localmente come unguento anticalvizie. Viene largamente consumato come decotto per favorire il rilassamento, la meditazione e l’attività onirica.
Voogelbreinder scrive che diverse tribù lo aggiungono le radici all’ayahuasca, probabilmente ha proprietà allucinogene quando è infettato dal fungo parassita Balansia cyperi che produce alcaloidi dell’ergot come il famoso Claviceps purpurea [Voogelbreinder, Snu. Garden of Eden: The Shamanic Use of Psychoactive Flora and Fauna, and the Study of Consciousness. Snu Voogelbreinder, 2009.].
SCIENZA ED USO MODERNO: DISSOCIATIVO, ANTICONVULSIVANTE
Nel XX secolo si diffuse in America una droga chiamata Adrue fatta con i rizomi di piri-piri e venduta come digestivo ed antiemetico; ad alte dosi veniva impiegato per sedare i pazienti ansiosi e produceva euforia e sensazioni oniriche come effetto collaterale. Un estratto acquoso a base di radici di piri-piri ha bloccato i processi eccitatori nella corteccia cerebrale occipitale dei ratti attraverso l’inibizione selettiva del recettore NMDA in maniera simile ai farmaci anticonvulsivanti.
In una ricerca precedente condotta dallo stesso team aveva inibito il legame di [3H]CGP39653 con il sito di riconoscimento per la glicina e il legame di [3H]glicina sul sito della glicina stricnina insensibile del recettore NMDA nella neocorteccia dei ratti.
 Il piri-piri è una pianta ancora molto poco studiata: non si conosce il meccanismo farmacologico ma in base ad alcune ricerche recenti sembrerebbe agire come antagonista NMDA e agonista GABA-B spiegando l’azione depressiva sul CNS. Ha inibito le scariche epilettiformi spontanee nelle cavie, supportando la sua applicazione tradizionale nei confronti dell’epilessia.
ANALISI CHIMICHE: Il piri-piri contiene flavonoidi, polifenoli, saponine, tannini e terpeni (corimbololo, ciperone, pinene, cariofillene, corimbolone, ciperotundone, mandassidione, mustakone).
Non sono ancora stati identificati i composti attivi sul CNS.

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO NELLA MEDICINA SCIAMANICA SUDAMERICANA E AFRICANA (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)
PARTE USATA: radice
-ingerita 1-5g 
-infusa 3-10g  
-tintura 1:1 2-7ml
-fumata o vaporizzata (200-220C°)
Il piri-piri è una pianta ancora molto poco studiata: non si conosce il meccanismo farmacologico ma in base ad alcune ricerche recenti sembrerebbe agire come antagonista NMDA e agonista GABA-B spiegando l’azione depressiva sul CNS.
EFFETTI RICREAZIONALI:

In base ad alcuni report le dosi alte inducono un misto di effetti stimolanti e dissociativi. All’inizio tendono di più verso dissociazione, sedazione e sensazioni oniriche, quindi diventano stimolanti. Le dosi piccole hanno solo un blando effetto energizzante.

Tutte le informazioni relative a questo prodotto vengono fornite a titolo informativo sulla storia e cultura tribale. I termini usati nelle categorie non vogliono suggerire l’uso medicinale e/o ricreazionale dei prodotti, solo organizzarli in base al loro uso storico, scientifico e sociale. Le ricette sono fornite a titolo scientifico.

Radici di Cyperus Articulatus-Gowé

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