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Image by Elena Mozhvilo
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Le credenze sulle rune

Se associare scrittura e magia può sembrare un esercizio eccentrico per la mente moderna, così non era per le popolazioni che vivevano secondo le rune. La scrittura, e con essa la capacità di lettura, dava libero accesso a quel tesoro inestimabile che era la conoscenza.

La scrittura consentiva ai cosiddetti Maestri delle Rune l’accesso a una comprensione profonda e l'acquisizione di conoscenze interdette alle masse analfabete. Non deve pertanto sorprendere che i simboli runici venissero usati come una forma di magia, come chiavi per un mondo nascosto.

Oggi le rune continuano a essere uno strumento di divinazione, un modo per esplorare gli angoli nascosti della psiche dell'individuo o le vie ignote del destino.

Le rune erano parte integrante del più ampio sistema di credenze germanico e nordico. Le popolazioni del Nord Europa veneravano una variegata gamma di divinità, intorno alle quali imbastivano meravigliose leggende. Leggende che raccontavano dell'origine e della struttura dell'universo, delle imprese e delle sofferenze degli eroi, il tutto condito dal fascino oscuro di guerre e battaglie, amori, gelosie e tradimenti.

Tra le divinità del pantheon figuravano Odino, dio del vento, della guerra e della saggezza; Frigg, la sua sposa, dea della fecondità; e i loro figli Thor, dio del tuono e Baldur, dio della luce, ucciso da Loki, il dio ingannatore. E poi ancora Njérd, il dio del mare, suo fratello Frey, signore dell'estate, la sua gemella Freya, dea dell’amore.

A questi si aggiungevano molti altri esseri ultraterreni che popolavano il mondo soprannaturale germanico. Le Valchirie, fanciulle capaci di assumere le sembianze di cigni, e in primo piano nelle opere di Richard Wagner, erano legate al destino degli uomini: erano loro a decidere quali guerrieri dovessero morire in battaglia e poi a traghettare le loro anime verso il Valhalla, un'enorme sala dove venivano riuniti i caduti.

E poi c'erano le Norne, figure ostili che - appaiono come le antesignane delle streghe dotate di saggezza profetica nel "Macbeth" di Shakespeare, ma anche come le fate madrine che predicono il futuro di Aurora in "La Bella Addormentata".

Le storie delle popolazioni norrene e germaniche raccontano di giganti bellicosi e di elfi che, in sostanza, sono spiriti legati alla natura — come le naiadi e le driadi della mitologia greca. I nani rivestivano un ruolo nella mitologia germanica: erano per lo più tarchiati, sgradevoli e legati al mondo delle miniere e della lavorazione dei metalli — esattamente come descritto nei romanzi di J.R.R.Tolkien.

Molte divinità germaniche e creature inferiori ci ricordano personaggi di altre mitologie come quella greca, persiana o del Sud America. Tutte derivano da uno stesso archetipo, dettaglio che spiega perché oggi abbiano ancora un significato per noi, sebbene vengano identificate come personaggi all’interno di storie piuttosto che come esseri sovrannaturali.

 

Materiale MDF / Ecopelle 

Misura 4x4cm 

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Ciondolo Rune Legno/Ecopelle

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